Travel security: aspetti legati alla sicurezza delle accommodations

Dall’inizio del nuovo Millennio, gli hotel sono diventati tra i maggiori obiettivi di attacchi terroristici nel mondo. Le motivazioni possono essere così riassunte:

– le strutture ricettive richiamano con maggiore velocità ed enfasi l’attenzione internazionale;

– sono aggregatori di persone e consentono quindi un “massimo risultato con minimo sforzo”, in termini di valutazione finale dell’esito dell’attacco;

– rappresentano, per la visione islamista radicale, il simbolo dell’infedeltà occidentale, consentendo l’interazione libera tra uomini e donne e la facile reperibilità di bevande alcoliche;

– generalmente, le forti e diverse vulnerabilità del sistema di sicurezza tutto (ambientale, tecnologico, umano, ecc..) facilitano le attività dei diversi gruppi criminali e terroristici.

Per completezza di informazione, riportiamo di seguito timesheet degli ultimi attacchi contro strutture ricettive:

– 2002 Netanya, Israel Park Hotel;

– 2003 Indonesia, JW Marriott Hotel;

– 2004 Egitto, Sinai, Hilton Taba Resort;

– 2005 Amman (Giordania);

– 2005 Egitto, Sharm El Sheikh, Iberotel Palace e Ghazala Gardens Hotel;

– 2006 Pakistan, Marriott Hotel;

– 2009 Jakarta, Indonesia Ritz-Carlton e JW Marriott;

– 2015 Bamako, Mali Radisson Blu hotel;

– 2016 Egitto, Bella Vista Hotel.

Il Global Terrorism Database ci fornisce anche un’indicazione sulle modalità di attacco:

Figura 1: tipologia di attacchi realizzati negli hotel. Fonte: Global Terrorism Database.

 

Alla luce di questo scenario, emerge con chiarezza l’esigenza di affrontare la gestione del personale viaggiante attraverso un approccio integrato tra tutte le funzioni aziendali coinvolte in questi processi. Sarà quindi indispensabile redigere delle travel policies per l’organizzazione delle trasferte e per la gestione delle stesse, così da ottemperare ai diversi obblighi normativi vigenti sia a livello italiano (decreto legislativo 81/08, decreto legislativo 231, art. 2087 C.C.) che internazionale (Direttiva Europea sulla Sicurezza e Salute dei Lavoratori, Codice Civile tedesco, Codice del Lavoro francese, ecc. …). In funzione di queste normative, il datore di lavoro è obbligato a valutare tutti i rischi verso i quali i propri dipendenti potrebbero essere esposti, informare i propri dipendenti su tali rischi e formarli a rispondere e gestire gli stessi.

Oltre alla redazione di tali policies, è necessario stabilire i criteri di scelta delle accomodations per i trasfertisti, tenendo in considerazione il Paese di destinazione, il numerico dei viaggiatori, la natura della trasferta e la tipologia di business da sviluppare onsite. Infatti, non sempre la scelta di catene alberghiere blasonate è garanzia di sicurezza; da un lato, l’importanza del brand agevola certamente le relazioni con le Autorità di sicurezza locali in caso di attacchi o problematiche di varia  natura, ma di contro i brand internazionali sono sempre maggiormente esposti ad attacchi criminali e terroristici; inoltre, non sempre le strutture stesse hanno una conformazione tale da garantire ottimi livelli di sicurezza, nonostante la qualità dei servizi canonici sia ineccepibile. Una valutazione onsite delle diverse strutture pare quindi essere una pratica indispensabile per una corretta valutazione dell’esposizione ai rischi e alla gestione/mitigazione degli stessi.

Di recente si è anche assistito ad un notevole aumento delle sistemazioni attraverso il network Airbnb; tale pratica offre sicuramente vantaggi in termini economici ma è necessario evidenziare che, allo stato attuale, tale sistema non prevede alcuna certificazione delle strutture offerte né tantomeno una verifica dei soggetti che offrono tali strutture. In tale scenario quindi, i propri trasfertisti potrebbero essere esposti a qualsiasi tipologia di scenario che difficilmente sarebbe gestibile, vista l’assenza di relazioni consolidate con le Autorità di sicurezza locali (in caso di emergenze infatti, il tutto potrebbe solamente ridursi ad una mera chiamata a carico del viaggiatore verso un numero di emergenza, lasciando però lo stesso al corso degli eventi e senza alcun appoggio per gestire l’evento critico).

E’ chiaro quindi che, per una corretta gestione delle trasferte, occorre lavorare in sinergia; la struttura di Corporate Security deve interagire necessariamente con il comparto Risorse Umane e l’area Legale, per sensibilizzare i dipendenti alle nuove esigenze di sicurezza e per ottemperare ai diversi obblighi normativi. Inoltre, la collaborazione con l’Ufficio Viaggi o con il Travel Manager è assolutamente indispensabile per validare le strutture destinate ad accogliere i trasfertisti (di tutti i livelli) in funzione dei criteri stabiliti dalla security aziendale per mitigare o eliminare (ove possibile) l’esposizione ai rischi.

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