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06/12/2025 - Afghanistan - Scambio di colpi di artiglieria al confine con il Pakistan

06/12/2025 - Afghanistan - Artillery fire exchanged near the border with Pakistan

05/12/2025 - Palestina - Ucciso il leader delle Forze Popolari Yasser Abu Shabab

05/12/2025 - Palestine - Popular Forces leader Yasser Abu Shabab killed

04/12/2025 - Repubblica Democratica del Congo - Firmato accordo di pace con il Rwanda

04/12/2025 - Democratic Republic of Congo - Peace agreement signed with Rwanda

03/12/2025 - Libano - Primi colloqui diretti con Israele dopo decenni

03/12/2025 - Lebanon - First direct talks with Israel in decades

01/12/2025 - Siria - Operazione IDF a Beit Jinn causa 13 morti e decine di feriti

01/12/2025 - Syria - IDF operation in Beit Jinn leaves 13 dead and dozens wounded

 

06/12/2025 - Afghanistan - Scambio di colpi di artiglieria al confine con il Pakistan

Le truppe pakistane e le forze afghane si sono scambiate colpi d’arma da fuoco nella tarda serata di venerdì lungo il valico di Chaman–Spin Boldak, senza vittime né danni significativi. L’episodio rappresenta una nuova violazione del cessate il fuoco mediato dal Qatar nell’ottobre scorso, con Islamabad e Kabul che si accusano reciprocamente di aver aperto il fuoco. Lo scambio è avvenuto poche ore dopo l’annuncio del Pakistan di riaprire i valichi di Chaman e Torkham per permettere il passaggio degli aiuti umanitari ONU, dopo quasi due mesi di chiusura. Islamabad continua ad accusare Kabul di tollerare la presenza del Tehrik-e-Taliban Pakistan (TTP) sul proprio territorio, mentre il governo talebano ribadisce l’impegno al rispetto della tregua. Il confine resta uno dei fronti più instabili della regione, con il rischio concreto di nuove escalation in assenza di un dialogo bilaterale strutturato.

 

06/12/2025 - Afghanistan - Artillery fire exchanged near the border with Pakistan

Pakistani troops and Afghan forces exchanged fire late Friday evening along the Chaman–Spin Boldak crossing, without causing any casualties or significant damage. The incident represents a further violation of the ceasefire brokered by Qatar last October, with Islamabad and Kabul accusing each other of opening fire. The exchange occurred just hours after Pakistan announced the reopening of the Chaman and Torkham crossings to allow the passage of UN humanitarian aid, after nearly two months of closure. Islamabad continues to accuse Kabul of tolerating the presence of the Tehrik-e-Taliban Pakistan (TTP) on its territory, while the Taliban government reiterates its commitment to respecting the truce. The border remains one of the most volatile fronts in the region, with the real risk of further escalations in the absence of a structured bilateral dialogue.

 

05/12/2025 - Palestina - Ucciso il leader delle Forze Popolari Yasser Abu Shabab

Yasser Abu Shabab, leader delle Forze Popolari, una milizia palestinese anti-Hamas attiva nell’area di Rafah e composta da alcune decine di combattenti, è stato ucciso in circostanze controverse. Il gruppo ha dichiarato che il comandante è stato colpito mentre tentava di mediare una disputa interna alla famiglia Abu Seneima, respingendo come “fuorvianti” le ricostruzioni secondo cui sarebbe stato eliminato da Hamas, che lo accusava da tempo di collaborare con Israele. Versioni discordanti emergono anche dalla tribù beduina Tarabin, che lo definisce un traditore ucciso dalla “resistenza”, e da altre fonti che parlano di una lotta di potere interna. Hamas, pur non rivendicando l’omicidio, ha diffuso una dichiarazione dal tono minaccioso, definendo la sorte di Abu Shabab “inevitabile per chi tradisce il proprio popolo”. Ulteriori elementi di ambiguità provengono da fonti israeliane, secondo cui il comandante sarebbe morto per le ferite dopo un trasferimento all’ospedale Soroka di Beersheba, circostanza smentita dalla struttura sanitaria. Le Forze Popolari hanno promesso di continuare l’operato del loro leader, dichiarando l’obiettivo di “eliminare l’ultimo terrorista da Gaza” e costruire “un futuro sicuro” per la popolazione.

 

05/12/2025 - Palestine - Popular Forces leader Yasser Abu Shabab killed

Yasser Abu Shabab, leader of the Popular Forces, an anti-Hamas Palestinian militia active in the Rafah area and comprising several dozen fighters, was killed in controversial circumstances. The group stated that the commander was shot while attempting to mediate an internal dispute within the Abu Seneima family, rejecting as "misleading" reports that he was killed by Hamas, which had long accused him of collaborating with Israel. Conflicting versions also emerged from the Tarabin Bedouin tribe, who called him a traitor killed by the "resistance," and from other sources that spoke of an internal power struggle. Hamas, while not claiming responsibility for the killing, issued a threatening statement, calling Abu Shabab's fate "inevitable for those who betray their people." Further ambiguity came from Israeli sources, who reported that the commander died of his wounds after being transferred to Soroka Hospital in Beersheba, a claim denied by the hospital. The Popular Forces have vowed to continue their leader's work, declaring their goal to "eliminate the last terrorist from Gaza" and build "a secure future" for the population.

 

04/12/2025 - Repubblica Democratica del Congo - Firmato accordo di pace con il Rwanda

È stato firmato oggi a Washington, D.C., un accordo di pace tra Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Ruanda, mediato dagli Stati Uniti. Alla cerimonia congiunta, presieduta dal presidente USA Donald Trump, i presidenti Félix Tshisekedi (RDC) e Paul Kagame (Ruanda) hanno firmato il testo che formalizza gli impegni già assunti con l’accordo iniziale del 27 giugno 2025. L’intesa prevede, tra le misure principali, un cessate il fuoco permanente, il disarmo delle milizie non statali, il rispetto dell’integrità territoriale e l’avvio di un quadro di cooperazione economica e integrazione regionale progettato per incentivare stabilità, ricostruzione e investimenti, soprattutto nei settori delle risorse minerarie critiche della regione. 

 

04/12/2025 - Democratic Republic of Congo - Peace agreement signed with Rwanda

A U.S.-brokered peace agreement between the Democratic Republic of the Congo (DRC) and Rwanda was signed today in Washington, D.C. At a joint ceremony presided over by U.S. President Donald Trump, Presidents Félix Tshisekedi (DRC) and Paul Kagame (Rwanda) signed the text formalizing the commitments made under the initial agreement of June 27, 2025. The agreement includes, among other measures, a permanent ceasefire, the disarmament of non-state militias, respect for territorial integrity, and the launch of a framework for economic cooperation and regional integration designed to foster stability, reconstruction, and investment, particularly in the region's critical mineral resource sectors.

 

03/12/2025 - Libano - Primi colloqui diretti con Israele dopo decenni

Si sono tenuti oggi in Libano i primi colloqui diretti da decenni tra funzionari israeliani e libanesi, con l’obiettivo preliminare di valutare possibili basi per future relazioni e cooperazione economica. L’iniziativa, avviata su indicazione del premier israeliano Netanyahu, ha visto la partecipazione del consigliere per la Sicurezza nazionale Gil Reich e dell’inviata statunitense Morgan Ortagus, presente nell’ambito del meccanismo internazionale di monitoraggio del cessate il fuoco siglato un anno fa. L’incontro avviene in un clima di significativa pressione diplomatica: Stati Uniti e Israele sollecitano progressi sul dossier del disarmo di Hezbollah, avvertendo che le IDF potrebbero lanciare un’operazione su vasta scala in assenza di passi concreti. Netanyahu dovrebbe inoltre recarsi a breve alla Casa Bianca per discutere l’evoluzione della crisi libanese e i dossier connessi in Siria e Gaza.

 

03/12/2025 - Lebanon - First direct talks with Israel in decades

The first direct talks in decades between Israeli and Lebanese officials were held today in Lebanon, with the preliminary goal of exploring possible foundations for future relations and economic cooperation. The meeting, initiated at the behest of Israeli Prime Minister Netanyahu, was attended by National Security Advisor Gil Reich and US envoy Morgan Ortagus, present as part of the international mechanism monitoring the ceasefire signed a year ago. The meeting takes place amid significant diplomatic pressure: the United States and Israel are urging progress on the Hezbollah disarmament issue, warning that the IDF could launch a large-scale operation if no concrete steps are taken. Netanyahu is also expected to travel to the White House shortly to discuss the evolving Lebanese crisis and related issues in Syria and Gaza.

 

01/12/2025 - Siria - Operazione IDF a Beit Jinn causa 13 morti e decine di feriti

Un'incursione militare compiuta dall’esercito di Israele in territorio siriano nel villaggio di Beit Jinn, nella campagna di Damasco, ha provocato la morte di almeno 13 persone tra cui bambini e decine di feriti. Secondo fonti siriane e agenzie internazionali, l’operazione sarebbe iniziata con un tentativo di arresto di presunti miliziani del gruppo Jamaa al-Islamiya, che avrebbe scatenato un conflitto con la popolazione locale, seguito da bombardamenti aerei e uso di artiglieria da parte delle forze israeliane. Le autorità siriane hanno definito l’attacco un “crimine di guerra”, denunciando che la popolazione civile è stata colpita al di fuori di qualunque giustificazione legittima. L’episodio rappresenta l’“incursione più letale” finora registrata in Siria da quando, dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, le operazioni israeliane sul territorio si sono intensificate. Episodi del genere rischiano di aggravare ulteriormente le tensioni regionali, di aumentare il numero di vittime civili e di provocare nuovi sfollamenti interni.

 

01/12/2025 - Syria - IDF operation in Beit Jinn leaves 13 dead and dozens wounded

An Israeli military incursion into Syrian territory in the village of Beit Jinn, in the Damascus countryside, has killed at least 13 people, including children, and injured dozens. According to Syrian sources and international agencies, the operation began with an attempted arrest of suspected militants from the Jamaa al-Islamiya group, which triggered a conflict with the local population, followed by airstrikes and artillery fire by Israeli forces. Syrian authorities have called the attack a "war crime," denouncing the civilian population's unjustified targeting. The incident represents the "deadliest incursion" recorded in Syria since Israeli operations intensified following the fall of Bashar al-Assad's regime. Such incidents risk further exacerbating regional tensions, increasing the number of civilian casualties, and causing further internal displacement.

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