Cartello area videosorvegliata: come essere in regola

Cartello area videosorvegliata: come essere in regola

Le aree di videosorveglianza sono zone circoscritte in cui si trovano una o più telecamere che riprendono e archiviano i dati relativi a situazioni che si verificano.

Di solito la presenza di simili dispositivi si collega a sistemi di allarme e antifurto casa o esercizi commerciali.

Chi decide di posizionare telecamere vere nei pressi della sua proprietà, è tenuto ad affiggere cartelli informativi che ne segnalano la presenza: questa opzione in certi casi è obbligatoria per legge in quanto si riferisce all’elaborazione di dati personali.

Come è noto, la videosorveglianza è un sistema che sorveglia a distanza immobili, spazi perimetrali, parcheggi, giardini, aziende, industrie, capannoni e molto altro.

Nelle aree sottoposte a questo tipo di controllo vengono quindi registrati dati sensibili riguardanti persone più o meno consapevoli della situazione.

Una volta riprese, le informazioni vengono archiviate su hard disk tramite il DVR delle immagini: è proprio in riferimento alla conservazione di elementi di questo genere che la legislazione italiana ha definito limiti ben precisi per non danneggiare la privacy delle persone.

Il garante della privacy ha stabilito che anche la presenza di una sola videocamera impone l’affissione di un cartello informativo a norma, che riporti la scritta “area videosorvegliata“.

In caso contrario sono previste sanzioni amministrative comprese tra 2500 e 36000 euro.

Quando è obbligatorio il cartello di videosorveglianza?

L’esposizione dei cartelli di videosorveglianza è obbligatoria in determinate condizioni, poiché esiste una normativa che controlla la gestione dei dati personali di coloro che possono essere ripresi inconsapevolmente.

Simili segnalazioni devono essere realizzate allo scopo di avvertire con immediatezza della presenza di videocamere, della loro ubicazione e degli scopi per cui sono state installate, accedendo a specifici link (oppure QR code) che riportano l’informativa completa sulla protezione dei dati.

Nei luoghi in cui avvengono le riprese oppure nelle immediate vicinanze, ma non espressamente a contatto con la videocamera, è necessario porre un cartello di videosorveglianza a norma sia per formato che per posizionamento.

Tale indicazione deve essere visibile in ogni condizione ambientale e di illuminazione, riportando le caratteristiche specifiche dell’impianto di videosorveglianza.

Le dimensioni del cartello, che possono essere variabili, devono garantire comunque una chiara leggibilità e pertanto non essere mai inferiori a 20×30 centimetri.

Nel caso in cui l’area videosorvegliata sia molto estesa, è indispensabile servirsi di più cartelli opportunamente distanziati e tutti chiaramente leggibili.

Oltre ad avere un ruolo informativo, questi cartelli di videosorveglianza svolgono anche un effetto dissuasore per scoraggiare i malfattori a tentare un’intrusione: per raggiungere un simile obiettivo è fondamentale installare correttamente questi segnali che devono essere leggibili con chiarezza da tutti i passanti.

Cosa si deve scrivere sul cartello che indica “Area video sorvegliata”?

Esiste un modello standard di informativa secondo cui il garante della privacy ha indicato il contenuto dei cartelli di videosorveglianza.

Innanzitutto, queste segnalazioni devono riportare l’immagine stilizzata di una videocamera solitamente su sfondo giallo, che consente di mettere in massimo risalto la sagoma del dispositivo.

Sotto a questa icona, bisogna riportare:
• il nome dell’azienda (dell’esercizio commerciale o del privato cittadino) che effettua la registrazione;
• il periodo di tempo entro cui verrà conservata la registrazione;
• l’eventualità di archiviazione dei dati;
• la motivazione della registrazione;
• la possibilità di inviare i dati ad agenzie di videosorveglianza;
• i diritti di chi viene ripreso inconsapevolmente.

Questi cartelli di area videosorvegliata devono essere chiaramente visibili prima dell’area in cui le videocamere sono posizionate, in modo tale da avvertire le persone dell’eventualità di essere riprese accedendo a quel determinato luogo.

Per essere in regola con le normative vigenti, il titolare dell’area videosorvegliata deve specificare nei cartelli indicativi il proprio nome e le finalità perseguite.

I cartelli di videosorveglianza devono essere a norma, non soltanto per forma e dimensioni ma anche per tonalità cromatiche, allo scopo di facilitare la loro comprensione anche in condizioni di scarsa visibilità; le scritte, per garantire la migliore leggibilità, devono avere dimensioni adeguate.

È infine possibile inglobare nei cartelli simboli stilizzati di immediata comprensione tenendo conto che le immagini offrono sempre un migliore impatto visivo delle scritte.

Esiste una limitata scelta di icone esemplificative a cui è possibile fare riferimento nella realizzazione di queste segnalazioni.

Cartello videosorveglianza a norma GDPR 2022: tutto quello che si deve sapere

L’informativa rivolta alle persone riprese da videocamere di sorveglianza è sempre necessaria oltre che obbligatoria per legge.

Il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR: General Data Protection Regulation), che è una normativa elaborata dall’Unione Europea per il trattamento dei dati personali e della privacy, riguarda anche la segnaletica delle videocamere di sorveglianza.

La Legge Italiana vieta esplicitamente di effettuare riprese in aree dove non sia segnalata l’operatività di simili sistemi digitali.

La presenza di videocamere in aree condominiali prevede che la maggioranza dei proprietari sia favorevole, anche se ogni singolo condomino ha la facoltà di decidere liberamente se dotare la propria abitazione di tali dispositivi.

Secondo le vigenti normative inoltre non è prevista l’opzione di realizzare riprese in zone non comuni, in base all’articolo 1122-ter della riforma delle norme condominiali.

Per evitare di violare la privacy in aree di pertinenza comune è dunque necessario posizionare adeguatamente i cartelli segnaletici, riportanti tutti i dati previsti dal Garante della Privacy.

Essi devono venire affissi prima della zona di pertinenza e segnalare tra l’altro i nominativi di chi ha deciso di installarli e per quale motivazione.

Chi decide di installare un impianto di videosorveglianza per proteggere la sua proprietà da intrusioni di ladri e malviventi deve necessariamente rivolgersi ad aziende specializzate nel settore, in grado di offrire dispositivi qualitativamente apprezzabili e una manodopera competente e qualificata.

Da oltre 60 anni Sicuritalia si occupa di sicurezza privata e pubblica, servendosi della consulenza di personale esperto e costantemente aggiornato, operativo in tutto il paese.

Considerata un importante punto di riferimento per oltre 100mila clienti, Sicuritalia è in grado di fornire qualsiasi informazione anche sulle normative attualmente vigenti relative ai cartelli di videosorveglianza secondo il GDPR 2022.

Posso mettere un cartello di videosorveglianza senza telecamere?

Di norma i cartelli segnaletici per videocamere di sorveglianza dovrebbero essere affissi prima di accedere alla zona in cui è attivo un simile sistema di controllo; tuttavia, in alcuni casi è possibile servirsi di una segnaletica del genere anche soltanto per scopo dissuasivo, cioè per allontanare i malintenzionati scoraggiandoli dal tentativo di effettuare furti ed effrazioni.

Dipende dalla discrezione dei singoli cittadini e dal tipo di zona interessata la scelta di utilizzare questi dispositivi segnaletici.

Sarebbe sempre preferibile che i cartelli fossero apposti in presenza di reali videocamere, una condizione che ne prevede obbligatoriamente l’impiego.

Finto cartello area videosorvegliata: quali sono le conseguenze?

Le telecamere finte sono apparecchi che non svolgono videosorveglianza ma soltanto un effetto dissuasore per i malintenzionati.

Spesso i ladri che vengono a contatto con segnaletica indicante la presenza di videocamere di sorveglianza, rimangono scoraggiati in quanto non sono in grado di capire se si tratta di videocamere funzionanti oppure finte.

A questo proposito esistono determinate limitazioni stabilite dal garante della privacy (normativa anno 2010), che indicano i modi e i tempi per servirsi di simili apparecchiature.

Per raggiungere il giusto equilibrio tra sicurezza e privacy è necessario regolamentare l’impiego di telecamere finte che possono realizzare scopi deterrenti, senza tuttavia interferire con i diritti dei cittadini privati nelle loro proprietà.

Un impianto fittizio di videosorveglianza non effettua nessuna registrazione e quindi non garantisce un miglioramento della sicurezza pubblica e privata.

Trattandosi di strumenti non funzionanti, se il ladro porta a termine il furto, chi viene derubato non gode di nessun diritto per ricevere assistenza e non può fare affidamento all’assicurazione per furti in casa.

Nello stesso modo, un finto cartello che segnala la presenza di videocamere inesistenti, può fuorviare le persone dalle reali condizioni logistiche.

È quindi sempre necessario rivolgersi a specialisti del settore prima di prendere qualsiasi decisione a riguardo, soprattutto per non incorrere in sanzioni piuttosto consistenti.

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